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Costruiamo percorsi di progettazione partecipata in cui ascolto e dialogo generano soluzioni condivise.

Gianni Pietrobon

Architetto

Città che ti rapiscono con la loro personalità, parlandoti attraverso le loro strade, i panorami e i tesori nascosti. Luoghi dove fare comunità e spendersi assieme agli altri

Workshop di progettazione partecipata | Germoglio

PADERNO DEL GRAPPA

L’obiettivo è la condivisione di visioni e auspici comuni, che possano diventare città e architettura.

Una rosa di partner affidabili e stabili, con i quali siamo in grado di offrire soluzioni complete e di gestire progetti complessi con sicurezza e competenza, dalla progettazione alla realizzazione, con un unico interlocutore per il cliente finale.

In cosa consiste la progettazione partecipata e dove fonda le sue origini?

La progettazione partecipata è un approccio progettuale in cui la comunità e i futuri utenti degli spazi sono coinvolti attivamente nel processo decisionale e creativo. Nasce dal desiderio di creare ambienti che rispondano in modo autentico alle necessità e ai desideri delle persone che li utilizzeranno. Questo approccio trova le sue origini negli anni '60 e '70, sia in Italia, con politiche di coinvolgimento sociale, sia in Europa settentrionale, dove la partecipazione comunitaria era vista come un mezzo per migliorare la qualità della vita urbana.

In Italia, la progettazione partecipata è stata sviluppata da figure come Giancarlo De Carlo, che ha promosso un’architettura "aperta" e non imposta, che coinvolgeva attivamente cittadini, studenti e operai. In Europa, esperimenti di progettazione partecipata si trovano principalmente nei Paesi scandinavi, dove veniva considerata una pratica democratica per rafforzare la connessione tra le persone e il loro ambiente.

Chi deve fare parte di un percorso partecipato?

La progettazione partecipata richiede la collaborazione di un ampio spettro di soggetti, tra cui:

  1. I futuri utenti dello spazio: cittadini, residenti, lavoratori e tutte le persone che vivranno o utilizzeranno l’ambiente progettato. Il loro coinvolgimento permette di identificare le reali necessità e aspirazioni.
  2. I progettisti e i tecnici: architetti, ingegneri, urbanisti e altri specialisti che portano competenze tecniche ma si pongono in ascolto delle comunità.
  3. Enti e istituzioni pubbliche: per garantire che le soluzioni siano compatibili con normative e politiche locali e che il progetto sia sostenibile anche a livello burocratico e di risorse.
  4. Gruppi di interesse locali e associazioni: includendo attivisti, gruppi culturali e sociali che possono rappresentare interessi collettivi o minoritari e arricchire il progetto di valori e sensibilità specifiche.

Il coinvolgimento attivo di tutti questi gruppi mira a creare progetti più inclusivi e sostenibili, migliorando la qualità della vita attraverso un processo che valorizza la collaborazione e la democrazia nel design.

Quali sono i principali vantaggi che ci si può aspettare da questa metodologia?

La progettazione partecipata porta numerosi vantaggi, creando spazi vicini ai bisogni reali delle persone e riducendo il rischio di errori e conflitti. Coinvolgendo direttamente la comunità, si sviluppa un forte senso di appartenenza e cura per l’ambiente, favorendo una maggiore trasparenza e fiducia tra progettisti e utenti. Questo approccio stimola soluzioni innovative che nascono dal confronto tra esperienze e competenze tecniche, e promuove una sostenibilità diffusa, con spazi più ecologici e adattabili nel tempo. Il risultato è un progetto inclusivo, che risponde alle esigenze presenti e si prepara a quelle future.